Palazzo del Principe

On 10 gennaio 2013

Il palazzo Doria Pamphily, che Andrea Doria fece costruire a partire dal 1528 nella zona di Fassolo, è una delle più fastose residenze nella Genova del Cinquecento.
Il palazzo del grande ammiraglio genovese, costruito fuori dalle mura cittadine e quindi lontano dai tradizionali luoghi del potere, fu in realtà una vera e propria reggia, nella quale il “Principe” riceveva ambasciatori e capi di stato.

Andrea Doria affidò la decorazione del Palazzo a Pietro Bonaccorsi, detto Perin del Vaga, allievo di Raffaello, che la concluse nel 1533, quando venne in visita a Genova e fu ospite nella prestigiosa dimora l’imperatore Carlo V di Spagna.
Oltre a Perin del Vaga, in epoche diverse vi operarono artisti come Domenico Beccafumi, Giovanni Angelo Montorsoli, Giovanni Ponzello e Antonio Roderio.

La villa disponeva di un complesso di giardini monumentali che occupava tutta la collina retrostante, dove nel punto più in alto sorgeva, collocata in un nicchione, una gigantesca statua di Giove, detta ‘il gigante’. Un altro sontuoso giardino dinanzi alla villa digradava fino al mare, con un approdo privato, destinato all’attracco della flotta personale del principe.
Dopo la morte di Andrea Doria (1560) l’edificio fu ampliato dal nipote Giovanni Andrea. Nel secolo successivo per il palazzo iniziò un periodo di decadenza, finchè un altro Giovanni Andrea, che nel 1671 aveva sposato una Pamphili, trasferì gli arredi e l’archivio a Roma. Soltanto nel 1805 fu frettolosamente restaurato da Carlo Barabino e arredato da Emanuele Andrea Tagliafichi, dovendo ospitare Napoleone. Dopo il 1877 era solito trascorrervi il periodo estivo Giuseppe Verdi, circostanza ricordata da una targa sulla facciata.

Tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, con la costruzione della ferrovia (1853), l’ampliamento del porto (1875), la costruzione dell’albergo Miramare (1913) e della Stazione Marittima (1930) e l’apertura di via Adua (1935) perse completamente il collegamento con il porto, i giardini a monte e gran parte di quello a mare. Nel 1944 fu anche gravemente danneggiato da un bombardamento; solo nel 2001, dopo un restauro durato alcuni anni è stato completato il recupero della facciata, delle decorazioni internee degli affreschi di Perin del Vaga,del giardino con le fontane del Nettuno di Taddeo Carlone (1599), del Tritone di Giovanni Angelo Montorsoli (1543).

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